La proposta è nata dal confronto tra sei psicologhe professioniste, riunite durante l’emergenza sanitaria da COVID-19.
La pandemia ha rappresentato un’occasione per ascoltare e rispondere creativamente alle riflessioni legate alla propria esperienza professionale e personale: la quarantena ha effettivamente scandito una nuova dimensione del tempo in cui sono emerse nuove idee.
E’ proprio a partire dal confronto con il limite, che è emersa la creatività.
La crescente richiesta di aiuto psicologico e l’improvvisa apparizione alla ribalta di piattaforme di sostegno psicologico online, hanno ispirato il gruppo a chiedersi se esistano modi diversi di declinare il ruolo di psicologo.

Il gruppo che ha costituito l’associazione condivideva inoltre un’esperienza di lavoro presso l’ospedale di Niguarda: le sei psicologhe lavoravano presso un servizio di sostegno psicologico rivolto a minori ricoverati in stato di acuzie psichiatrica. Le prime riflessioni del gruppo di lavoro hanno riguardato quindi la possibilità di svolgere la pratica professionale in maniera innovativa: l’attenzione era primariamente posta sulla relazione tra il professionista e il paziente, interrogandosi sulla possibilità di condurre le sedute di analisi in un ambiente diverso dalla tradizionale stanza d’analisi. Ed è lì, proprio in quarantena, che abbiamo iniziato a sognare di poter svolgere le sedute al parco.
Il supporto ricevuto dalla scuola di imprenditorialità “La scuola dei quartieri” ha permesso all’associazione di definire meglio la propria missione e di consolidarsi come realtà attiva e propositiva nel territorio di Milano.