Siamo sei psicologhe e psicoterapeute che si sono incontrate in un ambulatorio per adolescenti di Milano. Nello specifico, abbiamo lavorato per alcuni anni insieme in un servizio che si occupava di sostenere gli adolescenti minorenni ricoverati nel reparto di psichiatria, mentre attraversavano un momento di forte crisi evolutiva. In quegli anni, abbiamo potuto fare esperienza di un nuovo modo di intendere la professione: “essere” oltre che “fare” le psicologhe. Il lavoro prevedeva infatti di trascorrere molte ore a fianco dei ragazzi, sia di giorno che di notte, aiutandoli ad attraversare quel momento di crisi “semplicemente” stando insieme a loro. Questa esperienza ci ha permesso di sperimentare la possibilità di declinare il ruolo di psicologhe in una modalità più esperienziale.
Oltre a questo terreno comune, anche il momento storico durante il quale ci siamo costituite in associazione ha influito sul nostro pensare e immaginare questo nuovo servizio. Infatti, quando abbiamo vinto il bando del Comune di Milano che ci ha sostenuto della costituzione dell’associazione, ci trovavamo nel pieno dell’emergenza sanitaria Covid-19, un momento storico dove, le misure di distanziamento sociale, necessarie al contenimento e alla gestione della pandemia, hanno acuito problematiche di isolamento sociale.
Il riconoscere questo bisogno emergente (che esisteva anche da prima della pandemia), ha contribuito, insieme ad altre riflessioni (come ad esempio il cogliere il beneficio psichico che alcuni ragazzi sperimentavano grazie ai momenti di “fuoriuscita dal reparto”, nel parlare passeggiando nei giardini dell’ospedale piuttosto che stare in stanza), ci ha permesso di pensare a modalità nuove di svolgere la nostra professione, che includessero interventi esperienziali, e che potessero ampliareil concetto di setting, anche in spazi altri, oltre a quello dello studio o dello spazio “al chiuso”.
Abbiamo strutturato quindi un servizio innovativo volto ad accogliere i bisogni e il disagio di adolescenti, giovani e adulti con un servizio di supporto psicologico multiculturale e multi-medoto all’aperto.
Multi-culturale perché il nostro gruppo di lavoro ha la peculiarità di essere multietnico e questo permette di svolgere l’intervento clinico in lingue diverse (italiano, inglese, rumeno e spagnolo) dimensione che consente anche un arricchimento intrinseco al gruppo di lavoro che deriva dal condividere esperienze umane e culturali variegate.
Multi-metodo perché proporremo altri strumenti di cura, oltre alla parola della terapia psicologica, ad esempio anche laboratori di fotografia o di arte all’aperto e interventi assistiti con gli animali (IAA)